Grande attesa a Latina per l’artista italiano Etnik che parte oggi per trasformare la superficie del vecchio consorzio agrario della città. Dopo Cubo e Bonsai, i due lavori realizzati a Fondi, che stanno riscuotendo molto successo si passa al capoluogo pontino, che lo aspetta anche per un particolare evento serale.
Appuntamento giovedì 17 aprile alle ore 21 alla Central Kitchen di Latina, con il partner Aus+Galerie, per la presentazione ufficiale del festival. Un occasione per conoscere Etnik, che firmerà le copie di Monograff – Etnik vol.1, il fumetto sulla street art presentato da INWARD ed edito da Panini. In mostra le foto di Flavia Fiengo e Arianna Barone, fotografe ufficiali dei Memorie Urbane e i video di The Blind Eye Factory, già al lavoro sulle produzioni di quest’anno.
Monograff è la prima graphic novel sul mondo della street art, che svela le storie meno note dei suoi più famosi protagonisti. Un esperimento di contaminazione tra stili, secondo la visione monografica che INWARD ha deciso di riservare, singolarmente, ai migliori creativi urbani.
La collana si inaugura con ETNIK, uno dei più apprezzati street artisti italiani. La sua storia è articolata nei quattro momenti del metodo della proiezione centrale, pratica con cui l’Artista oramai da tempo caratterizza le sue inconfondibili produzioni: appartenenza all’universo creativo urbano italiano fin quasi dalle sue origini; parallelismo della sua opera tra scenari complementari, arte e vita, città e umanità; ortogonalità come incrocio preciso e desiderato tra due direttrici, la strada e le gallerie; prospettiva, infine, come visione e futuro possibile, tra divenire ed avvenire.Appaiono subito interessanti la citazione e l’uso creativo delle opere di ETNIK nelle tavole, confronto che premia le due forme d’arte e la loro stessa intersezione. Seguiamo di ETNIK l’evoluzione stilistica e la sua crescita personale, dalla prima formazione agli ultimi anni più internazionali, inclusi i recenti dieci dell’intesa con INWARD: da “Circumwriting”, quando le sue sculture furono esposte nelle stazioni, a “CUNTO”, che vanta oggi una sua tela presso il Centro Territoriale per la Creatività Urbana.
ETNIK, fiorentino di Vinci, complica il rapporto tra arte e vita e tra uomo e città, quasi come un tecnico del pensiero rinascimentale. L’antica armonica volumetria è riproposta stravolta ed implosa per i troppi scempi contemporanei; ed è proprio tale guasto, che ancora adora i volumi, che ETNIK ha scelto di rappresentare, e che a loro volta sceneggiatori e disegnatori della BookMaker Comics si sono presi in carico di lavorare ad arte.
I toys creati per satira sociale diventano il modo in cui egli vede i primi compagni di viaggio intorno a sé; ci sono le vere fanzine del tempo e la scena progressiva che le ospita si arricchisce di libri e cataloghi, indice del credito letterario della street art; città, bombole e tags sono davvero esistite o ancora esistenti; la funzione aggregativa delle grandi convention nazionali negli anni Novanta, infine, non è affatto trascurata.
Una compiuta filologia che si completa nella ricerca del rapporto dell’opera di ETNIK con il sistema dell’arte. Nelle vignette, vi sono tanto Pellizza da Volpedo quanto Rockweell, in un abile gioco di citazioni e adattamenti tra la popolarità della nascita del fenomeno e l’ultima destinazione dell’opera agli occhi dei conoscitori, laddove l’incontro non facile con la critica d’arte lascia il finale aperto, come sempre, all’interpretazione.