Mostra a cura di Davide Rossillo, Pinacoteca di arte contemporanea “Giovanni da Gaeta” – via de Lieto 2, Gaeta (LT)
dal 29 Marzo, ore 18:00 – fino al 17 Maggio 2015
Quattro sale dedicate alla più famosa fotografa internazionale di graffiti e street art, da quasi 40 anni sulla scena: Martha Cooper, che più di ogni altra persona ha visto nascere e crescere l’importante fenomeno dell’urbana art in tutte le sue forme, ma soprattutto ha avuto la prontezza di racchiuderlo in indimenticabili scatti fotografici. Memorie Urbane – street art festival, giunto alla quarta edizione con più di 100 interventi realizzati, ha deciso di regalare alla culla ormai della migliore street art internazionale, un ritorno alle origini attraverso le immagini della donna che ha saputo raccontare meglio di tutti l’esplosione colorata dell’arte “di tutti” in strada. Il progetto, fortemente voluto dal fondatore del festival Davide Rossillo, che si è occupato in prima persona della curatela della mostra, nasce dall’interesse della Cooper per questo territorio, da anni in meraviglioso fermento, e dall’amore di tutti gli addetti ai lavori nell’ambito “street” per gli scatti della fotografa americana. Un incontro che si trasforma in un racconto visuale, che si snoda nelle sale della Pinacoteca di arte contemporanea di Gaeta, partendo naturalmente dalla New York degli anni ’70, focolaio di quel movimento espressivo che ha travolto in breve tempo i principali paesi del mondo: il graffiti writing.
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La mostra
Il percorso espositivo si articola in diversi ambienti, dedicati alla fotografia e al video. Nelle tre sale principali sarà possibile ricostruire una sorta di storia della Street Art, partendo dai graffiti delle origini per arrivare alle realtà contemporanee dei festival, che la Cooper non smette di seguire con interesse, come dimostra anche la sua partecipazione a Memorie Urbane 2015. I tre momenti, individuati all’interno delle scelte curatoriali, sono così articolati:
La prima sala parla delle origini del fenomeno dei graffiti, con la costruzione di un immaginario catturato nelle sue fasi primordiali proprio dalle immagini di Martha Cooper, che presto hanno fatto il giro del mondo. Protagonista è la New York degli anni ’70 e ’80 con le sue spinte underground e vitali, l’illegalità, la musica e la popolazione adolescente. Le scritte sui muri cominciano a diventare qualcosa di importante;
La seconda sala affronta invece la questione legata all’affermarsi dei primi writers definiti e riconosciuti come tali: Dondi, Futura, Lee, Seen e alla comparsa di uno degli artisti considerati a tutti effetti il principale rappresentante del “graffitismo americano”: Keith Haring. Colto dalla macchina fotografica della Cooper nei sui esordi, viene documentato il suo lavoro murale ma anche il primo ingresso dei suoi graffiti nelle gallerie d’arte;
La terza sala è dedicata invece all’attualità, con la consacrazione della Street Art a livello internazionale, l’uscita dall’illegalità e lo sdoganamento del lavoro murale come intervento sulla città. Si assiste alla nascita e alla proliferazione dei festival in tutto il mondo, che consentono agli artisti di esprimersi relazionandosi in maniera costruttiva con le realtà urbana, e alla crescita di alcuni artisti che, con i loro pezzi sono protagonisti di aste milionarie.
Finalmente visibili in stampe di grande formato, le immagini di Martha Cooper saranno visibili in numero superiore in una proiezione su grande schermo all’interno della quarta sala, che sarà dedicata ad un approfondimento visuale che appassionerà gli amanti della fotografia di tutte le età. Quasi 40 anni di un racconto che diventa un vero e proprio documento storico da non perdere.